Elena Baraldi e Roberta Paltrinieri

La legge europea qualifica i ‘prodotti biologici’ freschi o trasformati quali ‘prodotti ottenuti sfruttando gli equilibri naturali dell’ambiente’, dove fertilizzanti e agrofarmaci di sintesi sono banditi, gli input esterni ridotti al minimo e la fertilità del suolo è mantenuta in modo naturale.

Le scelte dei consumatori che acquistano cibo ‘bio’ inevitabilmente investono l’agricoltura, e le scelte produttive ad essa associate, di un importante ruolo socio-economico che va ben oltre la basilare finalità alimentare.

A fronte di un giusto e consapevole ruolo di responsabilità che l’agricoltura oggi deve assumere, occorre tuttavia fare chiarezza sui diversi metodi produttivi e riflettere sulla reale sostenibilità e adeguatezza dell’agricoltura bio a confronto del non-bio in risposta all’urgenza di salvaguardare o ripristinare le risorse naturali del nostro pianeta e, al contempo, riuscire a sfamare una popolazione sempre più numerosa.