Ogni giorno sentiamo di novità terapeutiche rivoluzionarie destinate a sconfiggere definitivamente il problema Cancroin breve tempo.
Tuttavia, secondo molte autorevoli personalità scientifiche, nonostante i costanti ma piccoli miglioramenti nel trattamento la battaglia contro questa malattia è tutt’altro che vinta proprio per ciò che sta avvenendo dal lato dei nuovi casi (cioè della incidenza).
Globalmente, se nel 2012 si sono registrati 14 milioni di nuovi casi di tumori, nel 2035 ne sono attesi 24 milioni. Questo aumento è soprattutto a carico dei paesi in via di sviluppo che passano da 8 a15 milioni, mentre per i paesi sviluppati l’incremento complessivo è di 2 milioni di casi. Nel complesso si tratta di un aumento di oltre il 70% in circa 20 anni (valori non compatibili con il semplice incremento della popolazione).
Questo incremento, lungi dall’essere spiegabile con miglioramenti diagnostici, è reale e spiegabile solo con il diverso impatto di fattori di rischio ambientali sulla genesi della malattia. Di alcuni di questi si conosce il ruolo e l’importanza, di altri si sa meno o nulla.
Esempi per tutti: fumo, amianto, benzene, ossidi di azoto, polveri sottili, interferenti endocrini, obesità…
L’impatto economico sociale ed in definitiva politico è evidente.
Sta, ad esempio, aumentando l’incidenza di molti tumori non direttamente legati al fumo (pediatrici, mammella, tiroide..).
Si propone una analisi critica della problematica che scavalchi l’indifferenza e nel contempo non si presti all’allarmismo.
Coordinamento:
Giovanni Brandi