Roberto Battistini e Luca Mantecchini

Durante il XX secolo la ricerca sui sistemi di trasporto e sulle loro interazioni con i sistemi socioeconomici, territoriali e ambientali ha messo in luce come essi rappresentino rilevanti catalizzatori di sviluppo socioeconomico, ma allo stesso tempo anche rilevanti generatori di diversi effetti negativi: dalla congestione delle città alle diverse forme di inquinamento, dall’incidentalità al consumo delle risorse energetiche. 

Le mobilità urbana è uno dei principali produttori di tali impatti negativi, in particolare in quei contesti urbani in cui il tasso di motorizzazione resta alto. E’ stato calcolato che circa il 25% delle emissioni di CO2 sia relativo al trasporto urbano e di questo, il 58% dovuto al trasporto delle persone. La pianificazione urbanistica e dei trasporti ha cercato di ridurre questi impatti, ma la pianificazione tradizionale ha dimostrato i propri limiti, molti dei quali collegati alla perdita di contatto con l’ambiente sociale urbano, non riuscendo a riconoscere pienamente i bisogni dei cittadini e dei city users e a cogliere solo in parte le sfide lanciate dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione e dalla digitalizzazione.

Per questo motivo, negli ultimi anni sono sorti e stanno ancora sorgendo nuovi modelli di Pianificazione della mobilità e delle città, basati sull’adozione di innovativi modelli di Sostenibilità. Smart Roads, Autonomous vehicles, Intelligent Transport Systems, sono concetti sempre più presenti nel panorama dell’offerta di servizi per la mobilità, mentre Mobility-as-a-service (MaaS), Mobility management e Sustainable Urban Mobility Plan sono tra gli strumenti ad oggi individuati a livello internazionale per orientare lo sviluppo delle città e dei trasporti verso una transizione eco-compatibile e socialmente equa.