Lunedì 29 gennaio ore 18 Biblioteca Sala Borsa
Silvia Camporesi ne parla con Elisabetta Lalumera
“Partire (S)vantaggiati: Corpi Bionici e Atleti Geneticamente Modificati“, ultimo uscito per la collana Icaro di Fandango Libri, affronta le questioni più scottanti dell’etica sportiva, tra cui le sofisticate tecnologie di modificazione genetica a scopo di potenziamento, la regolamentazione dei corpi intersex e trans per la competizione nella categoria femminile, la questione della tecnologia assistiva che, secondo la federazione internazionale di atletica leggera, può trasformare una disabilità in una super-abilità.
La collana Icaro di Fandango, diretta da Maurizio Balistreri, parla del futuro dell’essere umano che è dietro l’angolo. I progressi tecno-scientifici ci mettono di fronte a una realtà complessa che, modificando sostanzialmente aspetti chiave della vita umana ci obbliga a ridefinirci e ripensarci: cos’è un essere umano e cosa sta diventando? Fandango Icaro prova a rispondere a queste e molte altre domande con una collana di brevi pamphlet divulgativi sostenuti dal lavoro e dalla consulenza di un comitato scientifico di livello internazionale.
Il libro di Silvia Camporesi adotta un approccio divulgativo e al contempo rigoroso alle questioni di etica, tecnologia e società, partendo dalla sua esperienza internazionale a livello di etica e sport e portando nel panorama italiano in un linguaggio accessibile e accattivante molta della filosofia ed etica dello sport anglosassone. Silvia ha pubblicato più di 50 articoli e due monografie sui temi del libro, tutti in inglese. “Partire (S)vantaggiati” è il suo primo libro in italiano. “Partire (S)vantaggiati” è stato recensito positivamente per Vanity Fair Italia da Marina Cuollo (qui), e per Wired Italia da Paolo Armelli (qui).
Il libro si articola in tre nuclei principali: un primo nucleo dedicato alla vicenda dell’atleta sudafricana Caster Semenya, a cui la federazione internazionale di atletica leggera richiede di sopprimere farmacologicamente i livelli naturalmente elevati di testosterone, la cui vicenda è recentemente approdata alla Corte Europea per i Diritti Umani con sede a Strasburgo. Un secondo nucleo tratta di atleti che corrono o saltano con tecnologia assistiva, come il campione paralimpico di salto in lungo Markus Rehm, che salta misure migliori di quelle dell’attuale campione olimpico di salto in lungo. Infine, il terzo nucleo del libro si occupa della questione del doping, affrontandola dal punto di vista della responsabilità condivisa e delle tecnologie genetiche volte a potenziare le performance atletiche.
Silvia Camporesi è una bioeticista con una formazione interdisciplinare in biotecnologie e filosofia della medicina. È stata allieva del Collegio Superiore Alma Mater Studiorum di UNIBO. Ha ricoperto la carica di Reader (Professore Associato) al King’s College di Londra. Fa parte del gruppo di esperti di consulenti di etica dell’Associazione Mondiale contro il Doping (WADA). Attualmente è Visiting Professor in Bioethics al King’s College London, e post-doctoral fellow al Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna.
Silvia Camporesi si occupa anche di divulgazione scientifica e comunicazione della bioetica. Fa parte della redazione dell’Associazione Noi di Minerva, che si occupa di divulgazione scientifica al servizio della cittadinanza Bologna e Forlì. È membra di Parliamone Ora UNIBO.